Lo scrittore BERTOLOTTI Antonino (1867-1878) nel suo manoscritto "Passeggiate nel Canavese" scriveva:
"Eccoci ad comunello, che per la sua vicinanza ad Ivrea deve aver corso molte vicende guerresche, ma ignorate pel suo particolare. La storia di Samone è quella d'Ivrea stessa, al cui distretto fè sempre parte, come ora in tutto dipende dal mandamento di Pavone.
Nelle lingue dei primi popoli d'Italia trovasi che san, sau e so indicava eminenza e mon piccolo, il suo castello posava veramente sovra una piccola altura, ove oggidì vedonsi ancora le rovine.
Ai tempi romani potè avere più importanza, che non ha oggidì, per la sua giacitura in luogo di pubblico passaggio.
Nel 1256 è conosciuto abitarvi già la famiglia Gatta, più tardi si ha menzione di quella Fietta. Allorché Ivrea si assoggettò al Marchese di Monferrato, fra i pattivi era quello di non aggravare di balzelli Samone, una delle terre suddite della città. Risulta nel secolo dopo aver propri consoli, dipendenti però in varie attribuzioni dal podestà d'Ivrea; in quanto allo spirituale era unito alla parrocchia di Banchette. Nelle guerre del secolo XVI e XVII, in cui Ivrea fu assediata, Samone occupato dagli assediatori ebbe a soffrire gravi danni.
Il Duca di Savoia, Carl Emanuele, nel 1619 infeudò Samone con Banchette al nobile Francesco di Damas, barone di S. Renano e Signor di Nouillé e Maré in Francia, di Genuillé, Mollé e Romon in Lorena, ecc.
Ebbero poi in feudo Samone con titolo comitale i Bruni patrizi di Cuneo, da cui uscì l'ottimo monsignor Bruno di Samone, Vescovo di Cuneo, che nel colera del 1835 sovvenne agl'infermi in modo commendevole. Egli fu l'ultimo titiolare di Samone.
Le strade comunali non sono cattive: una detta Nosetta tende a Pavone distante tre chilometri, altra a Loranzè ed una terza sbocca in quella provinciale d'Ivrea.
Gli abitanti, per lo più robusti, sono applicati all'agricoltura: ma molti trafficano di bestiame specialmente sui mercati d'Ivrea. Nell'ultimo censimento in numero di 703 tra 305 maschi e 398 femmine. Nel 1865 si verificarono 25 elettori politici e 90 amministrativi; nel 1856 4 matrimoni, 22 nati e 16 morti.
Samone è conosciutissimo per la deliziosa Villa Garda, e sovrattuttto per l'ospitale padrone.
Non vi è visitatore d'Ivrea che non faccia una visita alla Villa Garda in Samone, detta anche il castello, poiché rimpiazzò il vecchio e nessuno sarà partito da Samone senza portare con sé grata memoria del maggiore Garda".